È una giornata come tante: mattinata trascorsa a lavorare in smart working, il pomeriggio a guardare la televisione e a fare qualche esercizio per tenermi in forma, e la luce del sole che cala sempre più presto.

Fuori piove, la noia è tanta e mi fermo un attimo a pensare a un decennio fa, quando gli amici erano sempre presenti, ogni sera si faceva qualcosa di divertente e uscire con una ragazza era una cosa che capitava discretamente spesso.

E dire che tantissime occasioni, purtroppo, le ho sprecate: a vent’anni ero davvero ingenuo, tante volte le ragazze mi lanciavano dei segnali piuttosto chiari, ma evidentemente ero ancora troppo “piccolo” per coglierli al volo.

Oggi quei segnali non mi sfuggirebbero, certo, ma come mai la mia vita sociale è calata così tanto? È vero, oggi vado per i trenta, il mio viso non sarà più quello fresco di quando avevo appena lasciato il liceo, ma probabilmente il punto non è questo.

Saranno i miei vecchi amici, che non appena fidanzatisi si sono chiusi nella vita di coppia, mentre io sono rimasto un single incallito, sarà che hanno chiuso tutti quei bei locali che c’erano in città, dove ogni settimana si tenevano delle memorabili feste universitarie, sarà che oggi siamo tutti un po’ assuefatti da Internet e preferiamo stare dietro ad uno schermo piuttosto che ad uscire, ma tant’è.

Oggi, però, sono davvero annoiato, mi mancano quelle serate in cui prendevo la mia vecchia e malridotta Fiat ed uscivo felice, determinato, come se la mia città fosse un po’ Las Vegas, oggi sento un desiderio fortissimo di rivivere quei momenti, perché di questo piattume ne ho abbastanza.

Mi viene una folle idea: ricordo quello che un tempo era tra i miei migliori amici, che quando viaggiava per lavoro era solito procurarsi qualche incontro, incontri che fino ad oggi non ho mai fatto, probabilmente più per timidezza che per altro.

Ricordo quando mi faceva vedere delle ragazze a dir poco meravigliose su portali che straripavano di annunci, come www.torinoerotica.com, e le guardavo con gli occhi sognanti, come se io non avrei mai potuto incontrarle, ma oggi mi sento acceso, oggi voglio uscire, oggi voglio divertirmi anche se quella timidezza che mi caratterizza non potrà certo andarsene.

Esco, senza meta, percorro le solite strade, la città è sempre il solito mortorio già dopo le 21:30, così mi fermo un attimo e faccio una ricerca sullo smartphone: sono curioso, voglio vedere quali sono le escort più vicine a me.

Beh, ne trovo più di quante pensassi, ce n’è una proprio nel quartiere in cui mi sono fermato con la mia macchina, un quartiere assolutamente “insospettabile”, dove c’è quel negozio dove anni fa facevo il commesso, un grande supermercato e, nelle ore diurne, un viavai di ragazzi che frequentano la vicina università.

Faccio una follia: aggiungo il suo numero su WhatsApp (no, di chiamarla subito proprio non me la sentivo), e invio un messaggio.

La foto del suo profilo è la stessa che vedo in rete, è una ragazza splendida, con dei capelli lisci e neri davvero lunghissimi, e lei mi risponde, mi dice di chiamarla senza nessun problema.

Lo faccio, la chiamo: lei mi dice che si, è proprio in quella via qualche centinaio di metri più avanti, e mi dice di andarla a trovare, e per arrivare dinanzi alla porta della sua casa, una costruzione vecchia, composta solo da abitazioni a piano terra, ci metto meno di un minuto.

Lei apre la porta ma non esce, non si fa vedere, così io mi insinuo. “Entra, entra!”, mi dice, e mi compare lei, bellissima: non amo descrivere il suo corpo, lo trovo volgare, ma ammiravo quei suoi capelli “interminabili” e luminosissimi.

Da un lato sento crescere il mio immancabile imbarazzo, dall’altro ho voglia di emozioni, non voglio trascorrere la solita serata in cui esco e dopo un’ora sono già a casa, così, tra me e me, trovo un compromesso e le dico: “Ascolta, sei bellissima, ma sono qui solo per chiacchierare, sarà questa la mia soddisfazione”.

Lei sorride e mi dice “Sei timido, eh? Dai, siediti”. Ci sediamo al tavolo e si, io le racconto di me, del fatto che non so cosa mi avesse spinto ad esser lì, che sono single ormai da un po’, che la città è diventata noiosa e tanto altro, sono così preso dal discorso che parlo “a ruota”, senza fermarmi.

A un certo punto mi sento avvolgere da un brivido, sono sempre lì seduto al tavolo, le parlo normalmente, così come farei con degli amici, ma mi accorgo che qualcosa sta accadendo.

E si, capisco che lei sta cercando il contatto fisico, ma non riesco a scompormi, o probabilmente non lo voglio, continuo a chiacchierare e a me sta benissimo così: lei mi cerca con delicatezza, io rimango sulle mie, ma le basta appena sfiorarmi per darmi dei brividi fortissimi.

Un piacere enorme, lo ammetto, ma di quei minuti in realtà ricordo poco, ciò che ricorderò con più fremito sarà il momento in cui esco di casa, così determinato a voler vivere qualche emozione.

Risalgo in macchina e torno a casa. Mentre guido, sotto la pioggia, mi sento un po’ stupito per ciò che ho fatto, perché mi conosco, so di essere così fortemente sulle mie, ma stasera ero certo di voler qualcosa di nuovo.

Ecco, probabilmente questa serata così insolita è riuscita a smuovere qualcosa in me: lì fuori le emozioni ci sono, a volte bisogna andarsele a cercare, ma possono comunque capitare in qualsiasi momento!

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