Sara appena ci vide, cominciò ad urlare, come solo una quindicenne sa fare. Entrammo in casa. Notammo da subito che c’era una maggioranza di ragazzi, tutti chiaramente interessati a Sara. Lei è sempre stata quella più desiderata. Fin dall’asilo le maestre la adoravano. Era deliziosa con i suoi completini rosa e il suo cerchietto bianco, che a malapena contenevano quei capelli così lunghi, da essere fastidiosi mentre giocava o correva.
Poi, crescendo, gli abiti rosa da bambolina sono stati sostituiti con alcuni più corti e sexy e il cerchietto è stato completamente eliminato. Sara era veramente uno spettacolo di ragazza e oggi è una donna stupenda. L’ho sempre invidiata.
Entrammo in casa. Sara ci presentò a tutti e lentamente ci ritrovammo vicine al tavolo delle bibite. Notai un ragazzo, alto e moro. … Non capivo perché continuava a guardarmi così insistentemente.
Divenni rossa. Non so perché, eppure non era una novità. Il fatto stesso che però lui non mi togliesse gli occhi di dosso, mi creava uno strano senso di inquietudine ed eccitazione. Un misto tra sorpresa e desiderio. Avrei voluto correre tra le sue braccia e baciarlo, ma non so perché le mie gambe erano come immobilizzate.
Non muovevo un muscolo. Dentro di me, però, si stava scatenando un misto di emozioni. Lui era riuscito a sconvolgermi. Si dice che l’attimo prima di innamorarti, una vampata di calore investe il tuo corpo, e il cuore, scosso da quell’emozione, comincia ad aumentare i battiti.
I miei erano aumentati. Lui si chiamava Giuseppe. Io mi ero dimenticata persino il mio nome, non sentivo nemmeno più i suoni intorno a me…fino a che qualcuno non pronunciò il mio nome…
….Adele? Adele??? – Sara gridò il mio nome dall’altra parte della stanza.
Sì? – di botto il mio mondo perfetto, fatto di sguardi e sensazioni, venne scosso e boom, eccomi di nuovo alla festa e al caos.
Adele, vieni dai… ti stiamo aspettando, poi cosa stai bevendo che è finito tutto in quel bicchiere???
Credo che l’amore sia riassumibile un po’ come quel momento: una botta di vuoto e di assenza dolcissima, da un mondo rumoroso e caotico.
Girls Just Want to Have Fun di Cindy Lauper, risuonava nella stanza come a voler interrompere quel momento di sguardi tra me e quel ragazzo, un po’ troppo alto forse per me. Non riuscivo a togliermelo dalla testa, pensavo a lui tutto il tempo. Poi, lui si avvicinò a me, mi accarezzò il braccio e mi disse che noi ci conoscevamo ed era scortese da parte mia non averlo salutato.
Non mi resi conto subito. Sì è vero lo conoscevo, era il cugino di Sara. Lo avevo visto qualche anno prima. Era un po’ più grande di noi. Sorpresa dall’imbarazzo dissi che aveva ragione e così finsi, tra una chiacchiera e l’altra, che mi ricordassi benissimo il nostro ultimo incontro.
Aveva ragione però, l’ultima volta che lo avevo visto era alla festa di Natale della famiglia di Sara. Lui era cambiato, vestiva in modo diverso. Andava all’università e così aveva acquisito quella falsa aria da intellettuale che però devo dire gli donava. Parlammo un po’, ma quello che dicevamo non andava al passo con i nostri pensieri. Lui mi guardava le labbra ed io arrossivo, sempre di più. Sapevo cosa voleva dire.
Si avvicinò al mio orecchio e mi chiese di seguirlo in terrazza. Andai con lui. Sara mi guardava, non me ne resi conto sul momento. Seppi dopo che non era contenta di questo incontro. A quanto pare aveva cercato di allontanarlo da me già molte volte, ecco perché lui non ci aveva mai provato. Sara non voleva che il suo amato cuginetto, si innamorasse di me.
Andammo sul terrazzo. La serata era bellissima. Le stelle si vedevano bene. Ci baciammo. Fu intenso, coinvolgente e caldo. Poi, mi portò in un piccolo retro nascosto, dietro delle piante. A quanto pare i cespugli erano la mia specialità in quegli anni.
Battute a parte… ecco che la mia terza volta accadde…
Fu molto delicata, dolce e sensuale. Iniziò baciandomi i capezzoli al di sopra della camicetta. Mi prese le mani, e me le legò con le sue. Con la lingua passò sul mio collo. I baci erano profondi e ci portarono in un altro tempo, tanto da non renderci conto che eravamo su di un terrazzo e chiunque avrebbe potuto vederci.
Ma niente. Eravamo presi l’uno dall’altra, talmente tanto che non sentivamo niente. In meno di 5 minuti mi trovai senza jeans. Lui anche era seminudo. Cominciò a spingere, penetrandomi con il suo sesso duro. Ebbi i brividi dal piacere, sentivo la sua forte eccitazione e mi bagnai subito.
In un attimo la mia terza volta divenne una danza di piacere e mugolii. Lui spingeva forte ma delicatamente e ad ogni volta ci scambiavamo un bacio sempre più coinvolgente. Le nostre lingue si intrecciavano. I nostri corpi erano caldi, avvolti l’uno nell’altro.
“…Vieni con me…” ripeteva lui…
Più me lo domandava, più eccitavo e così venimmo insieme. Dopo mi disse che quella era stata la prima volta che era riuscito a venire insieme ad una donna. Appena finito, ci rendemmo conto che Sara erano almeno dieci minuti che urlava i nostri nomi. Non ci aveva più visti, ma credo che avesse compreso il perché della nostra sparizione.
Tornammo dentro. Sara mi corse incontro sorridendo e con gelo, mi sussurrò una frase all’orecchio che non ho mai più dimenticato, anche perché dopo quella festa, nulla fu più lo stesso con lei e con le altre.
“Sei una puttana… con chiunque ma non con mio cugino. Dopo questa festa non voglio più parlarti.”
Ci rimasi male. Pensavo che lei e le altre non mi giudicassero, d’altronde loro erano le prime che avevano tradito i loro fidanzati. Erano le prime a vestire in modo provocatorio, forse anche più di me. Una lacrima comparve sul mio viso e Paolo, il cugino di Sara comprese che cosa era accaduto.
Mi abbracciò e guardò Sara con aria molto severa. Ce ne andammo dalla festa. I successivi mesi, Giuseppe ed io passammo molto tempo insieme, tanto da non accorgemi che stavo perdendo le mie amiche. Compresi dopo che non era poi un dramma, dato che non erano mai state sincere con me. Ho vissuto quei mesi con Giuseppe credendo di essere innamorata, forse lo ero per davvero, chissà.
A quell’età ti sembra sempre tutto bellissimo. Noti tutto, ma allo stesso tempo travisi tutto. Ricordo, però, che sono stata felice e che è stato grazie a Giuseppe che mi sono appassionata all’architettura.
Se ripenso a quella serata, comprendo quanto il mondo sia sempre stato lo stesso falso e giudicante luogo. Il bello, è che dopo qualche anno, venni a sapere che Sara era stata trovata a letto con uno dei nostri insegnanti. Il Professor Minaghin, di matematica, sposato. La stupida si era fatta scoprire.
La vita presenta sempre il conto. Quanto è vero.