Mentre sta per partire il Mondiale di volley, lo Zar torna con la mente al difficile rapporto col padre, alle bravate fatte da ragazzo, ai disegni che ha sul corpo e all’incontro con Ashling che gli ha cambiato la vita: «Ci siamo raccontati, tutto è venuto naturale». Anche i baci a bordo campo…
In campo è un leone inferocito che scaglia palloni a oltre 100 km/h, in casa è «il poliziotto buono» che cucina per tutti, altrimenti Sasha – il suo primogenito – si rifiuta di mangiare. Campione a due facce, Ivan Zaytsev è uno «spietato» pallavolista che si trasforma in 202 centimetri di tenerezza appena vede i suoi bambini: «Mio papà è stato molto severo con me», ricorda a margine della presentazione del docufilm Ivan: Lo Zar della pallavolo, prodotto da Red Bull Media House in collaborazione con Stand by Me, che dopo la messa in onda su Italia 1 è trasmesso in replica a settembre su Red Bull TV. «Con i miei figli cerco di non ripetere gli stessi errori, che su di me hanno lasciato ferite».
Zaytsev, i tatuaggi
Nascoste, in parte, dai tatuaggi che campeggiano sul suo fisico statuario. «Il primo è una rondine con una testa di usignolo fatto appena maggiorenne, con la scritta My Life, My Rules». Una sorta di dichiarazione di indipendenza, per provare a sistemare le cose, a modo suo: «La mancanza di rispetto che mio papà ha avuto nei confronti di mia mamma e, più in generale, della nostra famiglia, mi ha fatto male. Col tempo ho rielaborato la questione e tutto è tornato al proprio posto». Anche sul campo, dove Ivan ha abbandonato il ruolo di palleggiatore che era di suo papà, oro olimpico, tra i più forti di tutti i tempi.
Il periodo nero
Tra il crudele confronto e il doloroso distacco, lo Zar ha vissuto un periodo di confusione che ha rischiato di buttarlo fuori strada: «Il punto più basso l’ho toccato nel 2007, a Latina, quando dovevo essere la promessa del volley ma dopo sei partite mi misero in panchina e da lì guardai la mia squadra retrocedere», ci rivela Ivan. «Facevo tardi la sera, non rispettavo le regole, avevo perso di vista la carriera da atleta. Ho imparato dai miei errori, ne ho fatti tanti: non saprei sceglierne uno». «Hai sbagliato a non ascoltare da subito i consigli degli amici che ti vogliono bene», lo incalza moglie, Ashling Sirocchi.
È lei, secondo i racconti, la persona che lo ha salvato prendendolo per i capelli. O meglio, per la cresta: «Non tocchiamo i capelli, con quelli ha sempre avuto un rapporto particolare», sorride le ex giocatrice di beach volley, che proprio su una spiaggia nell’estate del 2009 ha conosciuto Ivan: «Spesso mi prendo i meriti per il suo cambiamento, ma in tanti prima di me gli avevano detto le stesse cose, di seguire l’istinto e cambiare rotta». Però solo Ashling è riuscita a toccare le corde giuste: «Ho semplicemente messo sul piatto la mia vita, ci siamo raccontati. Col dialogo si è sentito meno solo e si è aperto».
Ashling Sirocchi, i baci a bordo campo
Tutto poi è venuto naturale: i baci a bordo campo, i figli, prima Sasha poi – lo scorso gennaio – Sienna. «E’ nata in un periodo importante del campionato e i tifosi di Perugia (che poi Zaytsev ha guidato al primo Scudetto della loro storia, ndr) avevano paura che Ivan non riposasse bene. In realtà sono due narcolettici, toccano il letto e dormono». I meccanismi, in famiglia, sono oliati: «Lui porta a scuola i bambini (tra poco entrambi, ndr), poi cucina: i miei piatti leggeri non piacciono a Sasha che vuole l’amatriciana fatta dal papà. E’ un diktat, da noi la pasta al sugo non esiste: a me non resta che sparecchiare e lavare».
Una famiglia felice, che ha saputo reagire persino alle recenti offese ricevute dal fronte No-Vax dopo aver vaccinato la figlia contro il meningococco: «Leggendo certi commenti ho pensato subito a tutte quelle persone psicologicamente più deboli, non in grado di gestire simili attacchi, e mi sono preoccupato delle reazioni che potrebbero scatenare», riprende la parola Ivan. «Questo è il grosso problema dei social, al di là del tema vaccini. Noi come famiglia abbiamo passato due giorni orribili, ma ci siamo fatti forza a vicenda». Uniti si presenteranno anche al Mondiale di volley in programma dal 9 al 30 settembre.
Dove Ivan svestirà i panni del papà buono e lascerà uscire, come di consueto, l’animale che è in lui. Fino all’ultimo punto. Fino al prossimo bacio.
FONTE: Vanity Fair